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SERGIO BRIZZOLESI

scultore
 

 

Cecilia Magnani

(2004)

 

 


Scolpire la statua di Sant'Antonino è stata per Sergio Brizzolesi un'esperienza di un'intensità mai provata prima. Un senso di coinvolgimento così forte che sembrava venisse da qualcosa di esterno da sé e dalla realtà circostante, qualcosa insomma che guidasse la mano dell'artista e da cui del resto lo scultore si è lasciato trasportare. "Ho sempre avuto un particolare interesse per i soggetti sacri - ci spiega l'autore della statua bronzea oggi collocata al centro della rotonda di Barriera Genova - ma con il Sant'Antonino ho avvertito qualcosa di più. Questa sensazione quasi estatica era tale che mi sentivo guidato da una presenza forte, da una direttiva che sentivo scaturire in me. Tanto che, nonostante il lavoro piuttosto impegnativo che sta dietro ad una fase di progettazione di questo tipo, mai nulla mi ha fatto dubitare del mio operato. L'idea mi è venuta di getto, e la statua finita rispecchia questa originale spontaneità".
La collocazione, tanto discussa al momento dell'inaugurazione, è comunque quella che l'artista aveva concepito sin dall'inizio. "Il progetto - conferma Brizzolesi - è nato per essere collocato proprio qui e non altrove: su questo sfondo, in questo contesto". Il Sant'Antonino di Brizzolesi, in quanto santo guerriero, è raffigurato con l'armatura, decorata sul petto da una croce, su cui il santo poggia la mano sinistra. "In realtà - precisa Brizzolesi - il mio intento è sempre stato quello di rappresentare l'animo di Sant'Antonino, e non il suo aspetto fisico. Di lui conosciamo ben poco e non sappiamo neppure che parte abbia avuto nella storia militare della Legione Tebea, a cui certamente apparteneva. Conosciamo però il suo animo, che fu profondamente cristiano, umile. Mi piace pensare che, da condottiero, sia stato folgorato dalla fede come San Paolo". Per questo, dunque, Sant'Antonino si spoglia delle vesti di trionfatore per esprimere l'idea di uno spirito giovane, puro, uno spirito di bontà. "Tuttavia - continua l'artista -la figura del santo manifesta anche un'idea di grande potenza, che gli deriva dalla immensa forza interiore che lo anima".

Con la mano destra, il santo regge un altro dei suoi consueti attributi, il gonfalone della città di Piacenza. In quanto patrono, e quindi protettore della città, Sant'Antonino veglia sui cittadini e li accoglie in un abbraccio sotto l'ampio mantello. Protegge la città simbolicamente, come ci mostrano le lastre del basamento. Su ogni lato dell'ottagono sono raffigurate le vedute di alcuni dei luoghi più significativi di Piacenza e del suo territorio. Cinque delle formelle sono dedicate alla città, vista nei suoi monumenti emblematici come la basilica di Santa Maria di Campagna, il Duomo, la basilica di Sant'Antonino, Palazzo Gotico e Palazzo Farnese, tre rendono omaggio ad importanti luoghi storico-artistici della provincia: il sito archeologico di Veleia Romana, Castellarquato e Bobbio. Non soltanto metaforicamente Sant'Antonino volge lo sguardo verso i piacentini: la statua materialmente si muove, girando su se stessa grazie ad un elaborato meccanismo che la fa ruotare in senso orario. Ogni quattro ore la statua compie un giro completo.

 
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