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SERGIO BRIZZOLESI
scultore
Ennio Concarotti (Il nuovo Giornale / novembre 1983 ) Espone alla rassegna artistica in Sant'Agostino Sergio Brizzolesi, uno scultore rivelazione per i piacentini Tra gli artisti che espongono alla bellissima Mostra d'Arte in corso nella ex-basilica di S. Agostino, spicca uno scultore che è una vera rivelazione per il pubblico piacentino: Sergio Brizzolesi, nativo di Gropparello ma da anni operante nella grande Milano. Dico «rivelazione» poiché i piacentini cominciano solo ora a conoscere e ad apprezzare questo nostro scultore più noto a Milano e nelle città lombarde, a Bologna e anche all'estero (Venezuela, Marocco, Inghilterra) dove egli ha realizzato pregevoli opere. Brizzolesi si caratterizza subito per il suo inconfondibile stile creativo che unisce l'eleganza al la forza, il senso estetico e plastico della bellezza al «racconto» contenutistico che affonda in una fervida ricchezza psicologica da cui nascono personaggi, espressioni, atteggiamenti. Sui I suoi bronzi (alcuni patinati con i un verde antico, altri con ocre bionde) aleggia un fascino sottile e quasi aereo, qualcosa che fa scattare un'immediata gioia visiva ma che poi penetra in profondità coinvolgendo sentimenti ed emozioni. Sergio Brizzolesi ha scatto, spontaneità, entusiasmo, partecipazione, un senso sorgivo della vita, qualcosa che ci prende giorno per giorno e che ci vibra dentro. Le sue sculture vivono di questa sua ricchezza spirituale, sembra quasi che si sentano amate dal loro autore e lo ricambiano con una presenza viva e intensa. «Guarda il volto di quel la ragazza» mi dice senza alcuna posa da intellettuale indicandomi una sua opera «ha degli occhi che mi seguono ad ogni istante, me li sento addosso continuamente». Le sue bellissime «ragazze», i suoi cavallini, i sereni angeli mitologici nati dalle sue mani lo richiamano insistentemente ad un segreto ed appassionato dialogo. Il suo mondo creativo gira intorno alla «donna», protagonista, simbolo e fonte della vita. Ma la sua donna non è ancora fiore ma bocciolo che si apre alla vita. Le sue sono ragazze, fanciulle, adolescenti colte nel momento più magico e radioso della bellezza femminile, con la purezza e | la freschezza di linee, di forme, di pelle che sgorga dalla pubertà e si avvia allo splendore vitale. Unitamente a questa loro bellezza magica (che durerà poco, purtroppo) Brizzolesi le presenta già con un destino nuovo e preciso nella realtà quotidiana, con un loro ruolo energico e non più sottomesso, con una loro forza che gli uomini del Duemila non possono più sottovalutare. Il simbolo di questo destino e di questa forza è il seno come difesa e sicurezza, risolto con pienezza e grazia plastica. La figurazione di Sergio Brizzolesi è modernissima, percorsa da ritmi e movimenti della materia che rompono e interpretano il concetto classico della figura. Il nucleo centrale appare come avvolto da brividi ornamentali che esaltano quel senso di fiorente giovinezza che pervade ogni sua opera. Si avverte nella struttura delle composizioni quel l'assoluta padronanza tecnica (Brizzolesi sì è formato al Gazzola e a Brera) che gli permette di trasferire con perfetta rispondenza le doti e il carattere della sua personalità nel risultato artistico. Con Sergio Brizzolesi si aprono nuove prospettive nel panorama della scultura piacentina. Si amplia e si arricchisce un settore artistico che conta già validissimi autori. Lo scultore gropparellese, con questa mostra, si pone decisamente in primissimo piano. Inedito e ancora tutto da scoprire per i nostri appassionati e studiosi di arte figurativa. |
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